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  IL PRESENTE E ' UN DONO  

  IL PRESENTE E' UN DONO. CENTROREIKIUSUI  

 


L' EVOLUZIONE DELLA CONSAPEVOLEZZA


 

Toshiiko Yayama  è un professionista esperto nella medicina orientale e occidentale ha studiato fin dai primi anni della sua carriera medica un sistema di cura meditativo, è l’ autore di Guarire con il Ki il libro dal quale ho tratto quanto segue. Ciò che ho qui sotto riportato tratta l’ evoluzione della coscienza umana, (le fasi o stadi che l’ essere umano attraversa per arrivare all’ illuminazione) secondo Joel L. Whitton e Kukai

 


TERAPIA DELLE VITE PRECEDENTI


 

Per parlare della libertà, e in particolare della libertà interiore, illustrerò in questo capitolo gli stadi del progresso verso una maggiore consapevolezza, cosi come concepiti da Joel L. Whitton, medico e da Kukai (774-835), il fondatore del Buddismo Shingon, la setta esoterica che divenne una delle maggiori scuole del Giappone.
Whitton ha studiato per piu di 20 anni la terapia delle vite precedenti e per primo ha presentato le sue indagini basate sull’ ipnosi nel libro : Life Between life: Scientific Explorations into the Void Separatine One Incarnation from the next. Questo libro è fondato sulla sua personale esperienza nel riportare i pazienti alle esistenze trascorse attraverso l’ ipnosi. Whitton scopri che l’ origine dei problemi fisici o psicologici delle persone spesso risiede nei loro ricordi di vite passate. Quando i pazienti riuscivano in uno stato di trance profonda a riconoscere la causa dei loro problemi di salute, persino malattie gravi a volte guarivano spontaneamente. Whitton divenne noto come “il medico delle cause perse”. Spesso scrive di viaggi nel mondo dove nessuno è mai entrato, in quello che egli definisce “l’altro mondo”. Nella sua visione gli esseri umani si evolvono sperimentando molte vite intermedie tra la morte e la rinascita. Nel corso di esse, ricordiamo le vite passate e tracciamo un piano di base per la prossima. Questo concetto del ciclo della nascita e della morte come mezzo per accrescere la conoscenza è noto come “Karma”. Noi scegliamo gli avvenimenti fondamentali che si presentano nel corso della nostra esistenza, in modo da poter imparare cose di cui non ci eravamo resi conto nelle vite passate, sia attraverso la sofferenza e l’ amara esperienza, sia per mezzo di azioni costruttive. Ciò dipende probabilmente dalla nostra forza di volontà e dalla capacità di influire sugli avvenimenti che ci riguardano e su quello che ci circonda; in altre parole, dalla nostra creatività. La Fig 21- 1 mostra sottoforma di diagramma il concetto base di Whitton sull’ esistenza umana e il suo sviluppo. Egli condusse una ricerca clinica sulle terapie basate sulle vite precedenti e giunse alla conclusione che gli esseri umani progrediscono attraverso i seguenti 5 stadi, che possono durare molte esistenze.

 

  1. Materialismo. La ricerca del benessere fisico, condizione dominata da brame e insoddisfazione. Vi è scarsa considerazione per i sentimenti altrui e le mete filosofiche sono inesistenti. Non vi è alcun riconoscimento di un’ altra vita o di qualche potere supremo.
  1. Superstizione. La prima consapevolezza che vi sono forze ed entità più grandi di se stessi, anche se non vi è quasi nessuna cognizione di questo potere onnisciente: ciò che si manifesta, è soltanto l’ idea che la fuori ci sia qualcosa che non può essere controllato, se non forse, con amuleti e rituali. Anche qui prevale uno stile di vita materialistico.
  1. Fondamentalismo. L’ esercizio di un pensiero semplice, superstizioso e rigido intorno a Dio o l’ Onnipotente, il quale diviene la ragione logica per vivere. Vi è la convinzione che la preghiera, l’ attenersi al rituale e alla pratica di alcuni atteggiamenti e di un certo comportamento garantirà la ricompensa suprema: un posto in paradiso o la vita ultraterrena. Di solito occorre un capo che interceda presso il  Dio onnipotente, che va placato.
  1. Filosofia. Un primo destarsi del senso di responsabilità per le proprie azioni. La convinzione religiosa sussiste sempre, ma vi è la considerazione che la fede del dogma non è sufficiente. Questo stadio è contrassegnato da rispetto per la vita, tolleranza per le convinzioni degli altri e comprensione dei più profondi insegnamenti delle religioni ortodosse.
  1. Persecuzione. Caratterizzato da tensione e tormento interiori che scaturiscono da un intenso desiderio di capire il significato nascosto della vita. La consapevolezza che l’ esistenza ha un senso profondo si unisce a grande incertezza su come afferrare quest’ ultimo. La ricerca di risposte spesso si manifesta con ampie letture, studi e appartenenza  a vari gruppi mistici  e metafisici. Il nome assegnato a questo stadio deriva dalla frase contenuta nel Discorso della Montagna di Gesù: “Beati coloro che sono perseguitati” (Matteo, 5:10).

 

Una volta attraversati con successo questi stadi da neofita, l’ individuo cammina con passo fermo su una linea di evoluzione- qualcosa di simile a una grande montagna attraversata in tutti i sensi da sentieri, qualcuno percorso con maggiore difficoltà di altri.
Secondo Whitton, questi diversi sentieri possono condurre verso il versante orientale, attraverso la meditazione e la contemplazione trascendentale, oppure salire verso quello occidentale, attraverso il misticismo e la metafisica intellettuale.
La teoria di Whitton è fondata sulla ricerca clinica ed è assai affidabile. Sebbene anche Edgar Cayce ed Emmanuel Swedenborg propugnassero le stesse teorie, Whitton, tuttora in vita, è l’ unico ad avere praticato la medicina occidentale.

 

 

 

La saggezza degli antichi

 

Kukai, il grande Maestro Giapponese del Qi, visse 1250 anni fa. All’ età di 57 anni , scrisse il Trattato sulle dieci fasi di sviluppo della mente, in obbedienza all’ Imperatore Junna (che regnò nel periodo 823-833), il quale aveva ordinato che i capi di tutte le sette del paese mettessero per iscritto i loro insegnamenti e li sottoponessero al suo giudizio. Kukai espose in quest’ opera tutti i principi fondamentali dell’ insegnamento esoterico Shingon.
Alcuni studiosi hanno considerato la dissertazione come un tentativo di dimostrare che la sua scuola era superiore alle altre; io penso invece che Kukai volesse soltanto mostrare le fasi attraverso le quali egli stesso era passato per raggiungere l’ illuminazione e consigliare agli altri lo stesso metodo. Quando si parla della metodologia, possiamo prendere in esame il san mitsu kaji, cioè la formula dei tre misteri: cioè del corpo della voce e della mente. Il concetto dei “dieci stadi di sviluppo della mente” proviene del Giapponese himitsu mandara jujushinron. La parola himitsu significa mistero. Tuttavia, qui non ci si riferisce a qualcosa di “nascosto”, ma a qualcosa che non può essere descritto a parole. La condizione di esser “ridestato alla verità dell’ universo” è troppo sottile e piena di significato per essere resa a parole.
Il termine sanscritto “mandala” venne formato in origine aggiungendo il suffisso la (possesso o realizzazione) alla parola manda (centro, essenza, natura intrinseca, cioè vitalità. Manda significa centro, essenza, natura intrinseca ovvero beatitudine, mentre”la “vuol dire possesso o realizzazione: Perciò “mandala” sta ad indicare”ciò che possiede l’ essenza della verità fondamentale”. Nel Buddhismo esoterico, mandara esprime la pienezza del raggiungimento dello stato di bodhi (risveglio). Un mandala non è soltanto un disegno simbolico è anche realtà , essenza e processo di creazione. Secondo la concezione vandalica, tutto deve essere manifestato. La sua essenza fondamentale consiste nella cognizione seguita dalla creazione. A questo riguardo lo “spettro della coscienza” di Ken Wilberg riproduce il concetto vandalico.
Nella sua opera Kukai descrisse la mente in termini di dieci differenti livelli o stadi, e dimostrò come procedere attraverso essi conduca ad azioni creative, cioè ad un’ evoluzione  della consapevolezza. Quella che segue è la mia traduzione libera dei 10 stadi di sviluppo della mente descritti da Kukai .

 

Stadi dello sviluppo della mente secondo Kukai

 

  1. Consapevolezza di isho teiyo, cioè, letteralmente, “spinte vitali diverse”. La parola Teiyo significa “spinta”: coloro che si trovano in questo stadio si preoccupano solo di mangiare e dei loro interessi sessuali e materiali. Non mostrano assolutamente alcun interesse per considerazioni filosofiche come la legge di causa ed effetto. Non fanno altro che morire e rinascere per tutto il ciclo delle loro vite.
  1. Consapevolezza  di gudo-jisai: “il bambino sciocco mantiene la moralità”. Quelli che appartengono a questo stadio non sono ancora giunti a riconoscere o a capire verità essenziali. Ma la loro natura buddhica si è destata, ed essi cercano di purificarsi. Almeno non fanno attivamente nulla di male. 
  1. Consapevolezza di yodo- mui:”bambino non temere”. Proprio come un bambino si sente al sicuro tra le braccia di sua madre, coloro che si trovano in questo stadio, trovano la pace della mente in qualche tipo di religione o dottrina e nella fede in un capo o sacerdote di una specifica setta religiosa. Come bimbi tra le braccia materne, il loro punto di vista è limitato.
  1. Consapevolezza di yui-un-muga: ”corpo e mente temporanei, nessun ego permanente”. Un rappresenta gli elementi che compongono un essere umano. Il corpo e la mente sono costituiti temporaneamente dai cinque aggregati, secondo le condizioni interne ed esterne. Tali aggregati sono: forma, sensazione, percezione, formazione mentale e consapevolezza. Chi è al quarto stadio è conscio almeno di uno degli insegnamenti del Buddha, quello riguardante l’ inesistenza di qualsiasi ego immortale.
  1. Consapevolezza di batsugo inju: “cancellare il karma, eliminando i semi della causa”. Nelle loro vite intermedie, le persone tracciano un piano di base per quella successiva, ivi comprese le sofferenze che patiranno. Questo concetto è noto come go, o Karma. In si riferisce alle cause, e coloro che si trovano a questo stadio cominciano a fare sforzi per liberarsi del Karma delle dodici cause di sofferenza. Ne riconoscono l’ esistenza e intraprendono la pratica.
  1. Consapevolezza di taen daijo: “legami con gli altri, il grande veicolo”. La compassione del Buddismo Mahayana apre la via della liberazione per tutti gli altri individui. Quelli che sono a questo stadio riconoscono la causa della loro sofferenza. Dopo la pratica per rimuovere la causa, la forza della loro consapevolezza aumenta, quindi rimane costante. Costoro diventano capaci di consigliare chi si trova in difficoltà. Se avete superato una difficoltà, non vi fa piacere dare consigli a chi ancora soffre per lo stesso motivo?
  1. Consapevolezza di Kakushin fusho: “realizzazione della mente fondamentale, il non nato”. Shin in questa parola significa “consapevolezza trascendentale”, cioè la consapevolezza fondamentale che crea la sostanza, gli avvenimenti ecc. Una volta riconosciuta la consapevolezza, si realizza il fusho (la condizione di “non-nati”) rendendo in tal senso il settimo stadio “contrapposto” al primo: chi lo ha raggiunto non appartiene più al ciclo delle reincarnazioni, ma si affida completamente alla grande corrente dell’ evoluzione. Per dirla metaforicamente, dallo stesso pezzo di legno, si possono ricavare una matassa di ceppi o una statua del Buddha. Le loro forme possono apparire piuttosto dissimili, ma in realtà la differenza è illusori, poiché il materiale è lo stesso. Chi è a questo livello ne è consapevole, e sa che i ceppi sono importanti almeno quanto una statua del Buddha.
  1. Consapevolezza di ichido-mui: “giustizia universale, nessun artificio”. Per questo stadio, Kukai usava il termine “segreto” perché è difficile descriverlo a parole. Una volta afferrate le leggi della natura e dell’ universo, si diventa improvvisamente un tutt’ uno con l’ universo, e in pace con esso.
  1. Consapevolezza di gokumu jisho: “assolutamente nessuna natura personale”. Originariamente, mu vuol dire “inesistenza”, ma qui si ha il significato di fondamento inesauribile che genera ogni cosa : più praticamente, si può dire che significhi “campo dell’ unità”. Una volta raggiunto quest’ ultimo, la consapevolezza dell’ individuo diventa l’ individuo stesso. A questo stadio, come accade al santo Indiano Sai Baba, può essere possibile materializzarsi dal nulla.
  1. Consapevolezza di Himitsu sogon: “l’ arcano sublime”. Himitsu è “mistero”, che vuol dire semplicemente che non può essere espresso in parole. Sogon si riferisce a quella condizione in cui tutte le cose, buone o cattive, giuste o ingiuste, belle e brutte, passate e future, risplendono con solennità vengono accettate.

 

 


LA STRADA VERSO L'ILLUMINAZIONE SECONDO GAUTAMA IL BUDDHA


 

 

Vedi i falso in quanto falso,
il vero in quanto vero.
Guarda nel tuo cuore.
Segui la tua natura.

 

 

E’ una delle affermazioni più valide che siano mai state fatte:Guarda nel tuo cuore. Segui la tua natura.
Buddha non dice di seguire i testi sacri. Non sta dicendo di seguirlo. Non sta dicendo di seguire particolari regole di buona condotta; non insegna alcuna moralità. Non sta cercando di strutturare intorno a te un particolare carattere, perché ogni carattere non è altro che una splendida cella in cui imprigionarsi. Non ti da un particolare stile di vita. Al contrario, ti da coraggio, ti stimola a seguire la tua natura. Vuole che tu sia coraggioso al punto di ascoltare il tuo cuore e muoverti in sintonia con lui.
Segui la tua natura … significa fluire con te stesso. Tu sei il testo sacro.. e nascosta nella profondità del tuo essere c’è una piccola voce silente.. se diventi silenzioso verrai guidato da lei.
Il maestro deve solo renderti consapevole del tuo Maestro Interiore. A quel punto la sua funzione è adempiuta. Allora può lasciarti a te stesso; può ributtarti a te stesso. Un Maestro non vuole rendere schiavo il discepolo; vuole liberarlo, dargli totale libertà. E’ questo il suo modo per conseguire la libertà totale : Segui la tua natura.  Con “natura” Buddha intende in “dharma”. Cosi come la natura dell’ acqua è scorrere verso il baso, e la natura del fuoco è elevarsi verso l’ alto, allo stesso modo di esiste,  nascosta dentro di te, vi è una particolare natura.
La tua natura è diventata Dio..Aes dhammo sanantano; questa è la legge eterna ed inesauribile; la tua natura è diventare Dio. L’ uomo è un Dio potenziale, è un bodhisattva. L’ uomo è destinato a diventare un Dio. Null’ altro ti potrà mai soddisfare, null’ altro avrà alcuna validità. Puoi avere tutto il denaro del mondo, tutto il potere, tutto il prestigio possibile..malgrado tutto rimarrai vuoto. Se la tua natura divina non fiorisce, se il tuo bocciolo non si schiude, se non diventi un fiore di loto, un loto dai mille petali, se la tua divinità non ti viene rilevata.. non sarai mai appagato.
Alla persona religiosa comune viene insegnato ad accontentarsi, a contenersi a gioire di ciò che ha. I cosiddetti santi, le persone religiose, continuano a insegnare alla gente di accontentarsi. Contenersi è una dei loro insegnamenti fondamentali.. non è quella la strada dei veri Maestri.
Il vero Maestro crea in te uno scontento e uno scontento tale per cui nulla di questo mondo potrà mai appagarti. Crea in te una tale aspirazione da lasciarti infuocato, in preda alle fiamme, a meno che non consegui l’ assoluto. Crea una pena profonda nel tuo cuore, una tale angoscia…perché la vita scivola via ogni istante ogni momento è andato per sempre e tu ancora non hai conseguito Dio, e un altro giorno è svanito….   Guarda nel tuo cuore. Segui la tua natura.


Tratto dal libro: la mente che mente.

 

 

 


LA STORIA DI BODHI DHARMA

 

 

Il monaco Indiano Bodhi Dharma, ventottesimo patriarca dopo Gotama Budda, conosciuto con il nome giapponese di Daruma Taishi e con il nome cinese Ta Mo, vissuto presumibilmente tra il 448 e il 527 d.C. discendente da stirpe reale, fin da ragazzo fu avviato allo studio delle arti da combattimento chiamate Vairamushti e praticate dai Kshatria, una casta guerriera indiana paragonabile ai samurai Giapponesi.

Ch'an. Il nome di questa forma di buddismo Ch'an deriva dal sanscrito Dhyana che significa "meditazione"; Successivamente si diffuse in Giappone prendendo il nome di Zen.

Percorrendo una distanza di duemila miglia e superando le avversità del cammino, Bodhi Dharma dopo anni arrivò in Cina. In quel periodo la Cina era divisa in regni, l'imperatore Wu del regno di Liang era un uomo religioso ed impegnato nella diffusione del buddismo.

Quando Bodhi Dharma arrivò nella capitale, fu ricevuto dall'imperatore con il quale non andò d'accordo in quanto la diffusione del buddismo era pratica esteriore, mentre per Bodhi Dharma la pratica era un mezzo per raggiungere "l'illuminazione", la conoscenza intuitiva.

Questo fu il motivo per il quale Bodhi Dharma fu costretto a lasciare il regno dell'imperatore Wu.

Bodhi Dharma attraversò il fiume Yang tze e si diresse a nord verso Loyang, la capitale della provincia di Honan, giungendo al monastero Shao Lin (Shorin Ji in Giapponese).

Qui il capo monaco, timoroso che la nuova dottrina potesse turbare la pace del monastero, lo invitò a rimanere fuori del tempio.

Bodhi Dharma si rifugiò in una grotta vicino al monastero e stette per nove anni in meditazione , senza reagire alle impressioni e agli stimoli esterni, praticando la filosofia del silenzio al mattino e alla sera in posizione di zazen.

Il capo monaco riconoscendo la forte personalità di Bodhi Dharma non poté fare altro che accettarlo nel monastero; Bodhi Dharma divenne così il primo patriarca (Tzu) della setta Ch'an in Cina.

Durante gli anni che seguirono, mentre teneva una lezione sul buddismo, vide cadere i suoi allievi per la durezza di questa disciplina. In seguito concepì un metodo di allenamento fisico chiamato " Ekkin Kyo", capace di conferire ai suoi discepoli una forma di resistenza necessaria per superare la rigida disciplina imposta dalla loro religione.

Sebbene la via di Buddha venga praticata per l'anima, il corpo e l'anima sono inseparabili.

La pratica fisica divenne una parte importante nella vita che si svolgeva nel monastero Shao Lin.

Bodhi Dharma sviluppò tra l'altro una tecnica di respirazione chiamata Chin Ching , questa tecnica ha lo scopo di sviluppare il Ki, la forza interna, l'elemento vitale del corpo che può essere controllato da una respirazione controllata.

Con i metodi adottati era riuscito a trasformare radicalmente la salute e il fisico dei suoi discepoli, che riuscivano ad ottenere i più alti traguardi spirituali.

Bodhi Dharma essendo un esperto conoscitore di combattimento, elaborò lo "Shaolin Chan Fa", che doveva servire ai monaci come forma di difesa personale contro gli attacchi dei banditi.

In un primo tempo lo Shaolin veniva insegnato solo ai monaci del tempio; Dopo la morte di Bodhi Dharma, il tempio subì parecchi incendi tanto che alla fine fu completamente distrutto provocando la dispersione dei monaci. Costoro non ignorando le esigenze del popolo, diffusero lo Shaolin, ma andò persa la connessione voluta da Bodhi Dharma tra il corpo e lo spirito. Si sviluppò infatti semplicemente come tecnica di combattimento e prese il nome di Kung Fu.

Così raggiunse le isole Ryu Kyu, sviluppandosi in seguito in Okinawa Te, successivamente nel Karate di oggi.

Prima del 1429 l'arcipelago delle Ryu Kyu era diviso in tre regni: Churzan ­ Nanzan ­ Hokuzan. Il re Shohashi, dopo un lungo periodo di guerre, riuscì ad unificarli, proibendo alla popolazione l'uso delle armi. Stabilì nella città di Shuri il governo, che durò per i successivi duecento anni.

In questo periodo si sviluppò ad Okinawa, un'isola dell'arcipelago delle Ryu Kyu a sud del Giappone, una forma di difesa senza armi, che divenne popolare presso gli isolani per un motivo molto semplice: era vietato possedere armi! Questa forma di combattimento era conosciuta con il nome di To De. Sebbene il To De fosse una disciplina sviluppata e maturata ad Okinawa, senza alcun dubbio fu influenzata dal Kempo Cinese, "la via del pugno", in lingua mandarina Ch'uan Fa e in quella Cantonese Ken Fa, che significa duro allenamento.

Dopo il dominio del re Shohashi, intorno al 1609, il daimyo Shimazu signore di Satsuma, oggi Kagoshima, occupando Okinawa ripristinò l'edito che proibiva l'uso delle armi. Non c'è quindi da meravigliarsi se gli isolani in quel periodo si allenavano nella più assoluta segretezza essendo l'unica forma di difesa.

Nella città di Shuri ­ Naha ­ Tomari già fiorivano delle forme di combattimento chiamate: Shuri Te (mano di Shuri) Naha Te (mano di Naha) Tomari Te (mano di Tomari).

Un certo Sakugawa di Akata di Shuri, andò in Cina e ritornò ad Okinawa dopo aver perfezionato il Karate che fu noto come il Karate di Sakugawa.

Centocinquanta anni fa un maestro Cinese di nome Ku Shan Ku arrivò ad Okinawa e vi fondò una scuola di Kempo.

 Tratto dal sito www.shotoclub.org